Workshop partecipativo
“Spazio all’immaginario”

Il workshop partecipativo, progettato dal gruppo di ricerca Laboratorio Carcere, in collaborazione con la Direzione e l’Area Educativa del carcere, ha indagato il ruolo della relazione con gli spazi in contesti detentivi. Con l’obiettivo di favorire la costruzione collettiva di possibilità di riqualificazione degli spazi disponibili e innescare processi di auto-cura, promuovendo una maggior propensione di persone detenute e operatori interni alla co-progettazione, iI workshop ha coinvolto persone detenute, agenti, educatori e volontari del reparto GA, oltre a studenti e tirocinanti delle Scuole di Architettura Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni e Design.
→ Il workshop
A partire dalla possibilità di riattivare un cortile dismesso del reparto giovani-adulti, il workshop ha esplorato collettivamente potenzialità e visioni, con l’obiettivo di definire parole chiave, concetti e suggestioni per futuri usi e riqualificazioni. Il lavoro si inserisce in una visione più ampia di riorganizzazione degli spazi aperti del primo raggio. Le idee raccolte sono state elaborate e condivise con la Direzione del carcere come spunti per possibili interventi immaginando che questi spazi potranno diventare, nel tempo, luoghi di incontro e socialità di cui San Vittore ha molto bisogno.
Il workshop si è svolto tra maggio e luglio 2024, articolandosi in tre fasi principali:
- Storytelling partecipativo – Individuazione di bisogni, percezioni e desideri legati allo spazio.
- Prototipazione collaborativa – Esplorazione del cortile per identificarne criticità e potenzialità.
- Confronto – Confronto e raccolta feedback con detenuti e operatori e volontari per valutare l’impatto degli spazi aperti sulle attività quotidiane.
→ La prima fase, integrata in StoryLab – il laboratorio di storytelling collaborativo di Imagis Lab (Design), ha favorito la riflessione individuale sullo spazio attraverso un’attività creativa: ciascun partecipante ha realizzato un libretto con collage e colori, rappresentando quattro ambienti simbolici:
- Un luogo del passato in cui si sono sentiti bene.
- Un luogo futuro desiderato.
- Il presente a San Vittore, per esprimere la propria esperienza attuale.
- Un presente alternativo, immaginando un carcere più umano e inclusivo.
Il primo rappresenta quindi un momento significativo del percorso di vita dei partecipanti, offrendo una riflessione personale sul proprio benessere; il secondo offre la possibilità di esprimere i propri desideri sul futuro e di visualizzare un obiettivo; il terzo dedicato offre ai partecipanti la possibilità di far emergere bisogni e necessità del contesto presente; l’ultimo, dedicato al presente alternativo, offre la possibilità di immaginare un carcere a loro misura e raccogliere spunti per la sua rigenerazione.
→ Nella seconda fase, In due giornate di attività sul campo, i partecipanti hanno esplorato lo spazio e prototipato possibili usi futuri, passando da un lavoro individuale a una progettazione collaborativa. Strumenti come il gioco, il disegno e il movimento corporeo hanno stimolato una lettura creativa dello spazio, permettendo ai partecipanti di esprimere le loro idee e percezioni anche senza usare parole, superando così le barriere linguistiche e culturali. Educatori di reparto e agenti di sorveglianza hanno preso parte attiva al processo.

→ La terza fase del workshop, dedicata al confronto e alla raccolta di feedback, si è articolata in un incontro conclusivo nel setting di Storylab con le persone detenute e un incontro che ha coinvolto operatori e volontari dedicato alla visita agli spazi esterni e ad uno scambio approfondito su spazi ed esperienze di ciascun gruppo.
L’attività ha registrato un’ottima partecipazione, sia in termini numerici che di impegno, evidenziando un forte desiderio di collaborazione sia da parte dei detenuti che degli operatori. Le suggestioni e idee raccolte sono state messe a disposizione della Direzione del carcere, offrendo spunti per un possibile intervento di riqualificazione. La trasformazione degli spazi aperti è stata inoltre rielaborata in un progetto di tesi da tre studentesse della Scuola di Architettura e Studi Urbani.
→ Mostra ‘Fili invisibili’

Alcuni degli esiti del workshop sono stati esposti nella mostra Fili Invisibili. Tracciare storie dentro San Vittore, allestita nel primo raggio del carcere e aperta al pubblico in occasione della Milano Civil Week 2024 (9-12 maggio).
La mostra, realizzata in collaborazione con lo Sportello Giuridico dell’Università Bocconi, ha esposto gli artefatti prodotti nel workshop insieme ad articoli della Costituzione Italiana, offrendo ai cittadini uno sguardo sulle condizioni della detenzione da un lato e dall’altro ribadendo i diritti fondamentali.
La mostra si articolava in due spazi: lungo le pareti del corridoio del primo raggio campeggiavano gli articoli della Costituzione 2, 3, 27 e 31 e stralci delle sentenze della Corte Costituzionale, a cui facevano da contrappunto frammenti di storie personali, pensieri e visioni delle persone detenute, evidenziando talvolta contraddizioni tra i diritti sanciti dalla legge italiana e le difficili condizioni della detenzione;
all’interno dello Spazio Off Campus San Vittore si trovavano gli artefatti originali realizzati durante Storylab, risultato del workshop dedicato allo spazio.
L’obiettivo è stato quello di spostare la prospettiva dalla dicotomia “noi e loro” a un senso di comunità condiviso, promuovendo una riflessione collettiva sul nostro ruolo di cittadini. Visioni, pensieri ed emozioni delle persone detenute offrivano una chiave per leggere non solo la condizione della detenzione, ma anche la nostra società plurale, che il carcere rispecchia.
